Fondo per la Repubblica Digitale e DAP: con “Fuoriclasse”5 milioni per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti
Pubblicato il nuovo bando, c’è tempo fino al 7 febbraio per partecipare
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Roma, 18 novembre 2024 – Sostenere progetti per il reinserimento sociale delle persone detenute attraverso la formazione digitale, per contrastare il fenomeno della recidiva. Questo l’obiettivo di “Fuoriclasse”, il nuovo bando promosso e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il bando prevede un totale di 5 milioni di euro.
Secondo le evidenze emerse nell’ambito dell’iniziativa “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere: dalle esperienze progettuali alle azioni di sistema in carcere e fuori dal carcere”, organizzata il 16 aprile 2024 dal CNEL insieme al Ministero della Giustizia, e in particolare quanto riportato nello studio di The European House – Ambrosetti, solo il 6% del totale dei detenuti risulta coinvolto in percorsi di formazione professionale. Tuttavia, in termini di corsi offerti, tra il 2021 e il 2023, è aumentato sia il numero di detenuti iscritti che i corsi attivati, le cui tipologie più frequentate includono settori quali cucina e ristorazione, giardinaggio e agricoltura, edilizia. Infatti, dal report della Fondazione Censis emerge che il digitale è oggetto di meno del 5% dei corsi di formazione professionale offerti in carcere.
FUORICLASSE. Il bando “Fuoriclasse” intende sostenere progetti in grado di realizzare efficaci azioni formative in ambito digitale e di valorizzare le potenzialità, attitudini e ambizioni delle persone detenute tramite una presa in carico personalizzata e la costruzione di percorsi integrati che ne facilitino il reinserimento sociale e lavorativo, con il fine ultimo di contrastare il fenomeno della recidiva. I beneficiari diretti delle attività progettuali dovranno essere detenuti con pena definitiva residua non superiore ai tre anni intra o extra moenia, in carico ad istituti di pena o uffici di esecuzione penale esterna.
ll Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale ha stanziato in totale 5 milioni di euro. Le proposte potranno essere presentate da partenariati formati da un minimo di due ad un massimo di cinque soggetti. Il Soggetto responsabile dovrà essere un soggetto privato senza scopo di lucro. I partner potranno essere enti pubblici o privati senza scopo di lucro.
Inoltre, ciascun progetto dovrà prevedere la partecipazione di almeno una struttura penitenziaria. Oltre a tali tipologie di enti, potranno essere coinvolti in qualità di partner – nelle sole attività di formazione digitale e di accompagnamento nel percorso di inserimento lavorativo – anche soggetti for profit che potranno gestire una quota di budget complessivamente non superiore al 30% del contributo richiesto.
Ogni progetto può essere sostenuto con un minimo di 150 mila e un massimo di 500 mila euro. C’è tempo fino al 7 febbraio per partecipare al bando attraverso la piattaforma Re@dy.
COS’È IL FONDO. Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dal PNC. Il Fondo è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali è riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d’imposta.
Il Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale ha pubblicato i sette bandi. Ad oggi sono stati selezionati e sostenuti 108 progetti di formazione gratuiti che forniscono competenze digitali professionalizzanti, a NEET, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione a causa dell’automazione e studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
L’obiettivo è valutare l’impatto dei progetti formativi sostenuti – in termini di competenze acquisite e di posti di lavoro creati – affinché le iniziative più efficaci possano essere offerte al Governo, per immaginare future politiche nazionali.
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