Ideazione e Coordinamento Tecnico: Dott. Leonardo Zan

SISMICIT� RECENTE

Da alcuni decenni, l'attivit� sismica della penisola italiana viene registrata dalla Rete Sismica Nazionale Centralizzata gestita dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con sede a Roma. La rete registra terremoti anche di piccola magnitudo, ne calcola la posizione dell'epicentro, la profondit� e la magnitudo. I dati elaborati vengono inseriti in un'apposita banca dati consultabile dall'esterno, anche via internet.
Da questa banca dati sono stati estratti tutti i terremoti registrati dalla rete all'interno della zona in esame. La distribuzione degli epicentri di tali terremoti � visibile in Fig. 9


Fig. 9. Distribuzione della sismicit� recente nella zona in esame, rilevata dalla Rete Sismica Nazionale Centralizzata dell'INGV di Roma.

Dalla figura si pu� notare come persista nell'area una sismicit� diffusa pi� o meno uniformemente sul territorio. Una certa concentrazione di epicentri � individuabile anche nella zona di mare antistante la costa. La profondit� ipocentrale di questi terremoti varia da 3 a 60 km, con una profondit� media di circa 13 km. Il pattern della distribuzione di questi epicentri pu� localmente far pensare ad allineamenti riconducibili ad eventuali strutture tettoniche attive. Su questo punto, onde evitare inutili speculazioni, � bene precisare quanto segue:

  • la quantit� di questi dati su un'area piccola come quella di studio � tale da non rendere significativo il pattern di distribuzione degli epicentri in termini statistici;
  • la determinazione delle coordinate epicentrali e della profondit� del sisma � sempre affetta da un errore compreso quasi sempre tra 1 e 20 km (errore medio 3 km); ci� rende aleatoria a questa scala la correlazione tra sorgenti sismiche e strutture tettoniche note;
  • la profondit� variabile dei sismi non consente correlazioni credibili tra i loro epicentri e le strutture tettoniche osservabili in superficie, dato che di queste ultime quasi mai si conosce l'andamento in profondit�.

Sismotettonica
Negli ultimi 20 anni � stato condotta in Italia una serie di progetti di ricerca multidisciplinari (geologia, geofisica, sismologia) volti a ricostruire la storia tettonica passata ed attuale della penisola italiana. Lo scopo finale era quello di definire le caratteristiche sismogenetiche del territorio e, di conseguenza, la sua pericolosit� sismica. Tali progetti hanno portato alla suddivisione del territorio della penisola italiana in una serie di zone all'interno delle quali si dovrebbero manifestare attivit� sismogenetiche con uno specifico stile tettonico prevalente e con tassi di sismicit� e distibuzioni di magnitudo costanti nel tempo, almeno su periodi dell'ordine del millennio (Scandone et al., 1990; Scandone, 1997). In Fig. 10 si riporta una mappa di tale zonazione.


Fig. 10. Modello di zonazione sismogenetica della penisola italiana (Scandone, 1997).

Secondo tale modello sismotettonico della penisola italiana, la zona in esame risulta essere legata al margine interno della placca padano-adriatico-ionica in subduzione sotto la catena appenninica. La zona costiera, in particolare, apparterrebbe ad una fascia padano-adriatica in compressione, dove prevarrebbe uno stile tettonico attuale, e quindi meccanismi di fagliazione attesi, di tipo thrust e strike-slip (compressione). Verso l'interno della catena appenninica, ed in particolare da Fossombrone verso sudovest, si passerebbe ad una fascia intermedia dove lo stile tettonico attuale sarebbe di tipo misto, con prevalenza di dip-slip (distensione).
Si sottolinea che la complessit� degli stili tettonici osservati a livello locale e, soprattutto, superficiale, spesso contrasta con quello definito su un'area a livello regionale e non � comunque indicativo dell'attivit� sismica principale che insiste all'interno di un intero dominio sismotettonico.
L'individuazione di strutture tettoniche (faglie) attive all'interno di un'area sismogenetica dovrebbe essere il passo successivo per una pi� precisa definizione del modello sismotettonico (e della pericolosit� sismica) locale. Tale individuazione risulta comunque sempre estremamente difficoltosa, nonch� aleatoria. Per la zona in esame non sono per ora note con certezza specifiche faglie attive, sepolte (cieche) od affioranti, responsabili o riconducibili all'attivit� sismica oggi nota e sopra descritta.

Pericolosit� sismica
Con il termine di pericolosit� sismica si intende la valutazione qualitativa e quantitativa degli effetti sul territorio e sulle opere dell'Uomo della sismicit� locale e delle zone limitrofe. Tali effetti si manifestano sia con lo scuotimento provocato dalle onde sismiche che con gli effetti permanenti quali fagliazione, frane, cedimenti e liquefazione del terreno, maremoti.
Alcuni studi recenti e la normativa nazionale vigente forniscono un quadro generale della pericolosit� sismica che caratterizza il territorio in esame. Si riassumono di seguito tre diversi modi di descrivere tale pericolosit�.

Intensit� massime
La Fig. 11 mostra l'andamento degli effetti macrosismici massimi attesi nell'area in esame in termini di intensit� risentita. Tali dati sono stati ricavati dagli Autori considerando gli effetti massimi risentiti in ogni Comune italiano prodotti da tutti i terremoti documentati verificatisi in Italia negli ultimi 1000 anni (Servizio Sismico Nazionale, 2001).
Si pu� notare come i terremoti con intensit� maggiore si verificano lungo la dorsale Umbro-Marchigiana. In tali zone sono attesi risentimenti macrosismici che raggiungono il X�MCS. La fascia costiera marchigiana � soggetta invece ad una sismicit� di grado inferiore, con intensit� massime attese comprese tra l'VIII ed il IX�MCS. La fascia collinare interna evidenzia una sismicit� leggermente inferiore, caratterizzata da intensit� massime comprese tra il VII e l'VIII�MCS.


Fig. 11. Intensit� massime attese nella zona in esame (Servizio Sismico Nazionale, 2001).

Scuotimento del terreno
Un'ulteriore formulazione del grado di pericolosit� sismica della zona in esame � data dallo scuotimento sismico atteso nell'arco di un certo periodo di tempo. Lo scuotimento sismico � ovviamente prodotto dal transito nel terreno delle onde elastiche che si irradiano dalla faglia sismica. Esso pu� essere misurato con sismometri in termini di accelerogrammi o sismogrammi. L'accelerazione massima (di picco) del terreno, detta PGA, � il parametro pi� utilizzato e pi� semplice per quantificare lo scuotimento.
Studi recenti (Servizio Sismico Nazionale, 2001) hanno calcolato su base probabilistica che, nell'area in esame, � atteso, con un tempo medio di ritorno di circa 500 anni, uno scuotimento sismico al suolo in termini di PGA compreso tra 0,13 e 0,14 g. Tale valore pu� essere considerato come intermedio se confrontato con la situazione di pericolosit� della penisola italiana, dove si osservano valori di PGA attesa oscillanti tra 0,02 e 0,32 g.
Si ricorda infine che lo scuotimento sismico pu� essere localmente amplificato dalla morfologia e dalle condizioni geologiche del sottosuolo.

Normativa nazionale
La normativa sismica nazionale classifica i Comuni Italiani in comuni (o zone) ad alta, media, bassa o nulla pericolosit� sismica (zone di I, II, III categoria sismica o zone non classificate). Nel 2003 � entrata in vigore una ridefinizione di tale classificazione, ferma agli anni '80, su basi di dati pi� aggiornate e con metodologie pi� avanzate.
Tutti i Comuni che rientrano nella zona in esame sono classificati sia dalla vecchia che dalla nuova normativa in seconda categoria sismica (o zona sismica n. 2).

BIBLIOGRAFIA
Boschi E., Guidoboni E., Ferrari G., Maiotti D., Valensise G. Gasperini P. (2000): Catalogue of strong Italian earthquakes from 461 b.C. to 1997. Annali di Geofisica, vol. 43 (4), 268 pp, con database su CD-ROM.

Camassi R., Stucchi M. (1996): NT4.1 un catalogo parametrico di terremoti di area italiana al di sopra della soglia di danno (CNR-GNDT, Milano); pp. 1-86. Versione 4.1.1 con aggiornamenti (marzo 1998). Internet http://emidius.itim.mi.cnr.it/NT/home.

Monachesi G., Stucchi M. (1997): DOM4.1, un database di osservazioni macrosismiche di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno; Internet: http://emidius.itim.mi.cnr.it/DOM/home.

Scandone P. (1997): Linea di ricerca 2 "Sismotettonica", in L'attivit� del GNDT nel Triennio 1993-1995, edited by A. Corsanego, E. Faccioli, C. Gavarini, P. Scandone, D. Slejko and M. Stucchi (CNR-GNDT, Roma), pp. 67-96.

Scandone P., Patacca E., Meletti C., Bellatalla M., Perilli N., Santini U. (1990): Struttura geologica, evoluzione cinematica e schema sismotettonico della penisola italiana; Atti del convegno GNDT, Pisa 25-27 giungo 1990; pp. 119-135. Servizio Sismico Nazionale (2001): Rischio sismico 2001. CD-ROM, Roma.

Tutores: Prof.ssa Olivia Nesci · Dott. Gianluca Patrignani
Relazione di: Dott.ssa Daniela Mencucci (Universit� degli Studi di Urbino "Carlo Bo")