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Geomorfologia della fascia collinare
Sottosettore montano marnoso-calcareo
Tale sottosettore � interessato dalla struttura anticlinalica appenninica M.Scudo-Vergineto. Il substrato, intensamente tettonizzato, ha spesso stratificazione con pendenze elevate.
I litotipi marnoso-calcarei consentono dislivelli complessivamente elevati; in relazione a tale situazione i fenomeni prevalenti sono spostamenti in blocco e processi d'erosione concentrata.
Infatti, a valle di Monte Albullo e di Monte della Croce, risultano aree piuttosto estese, interessate da deformazione di versante riconducibili a spostamenti in blocco talora difficilmente delimitabili. Essi sono caratterizzati da superfici profonde di scorrimento prevalentemente traslativo. A volte tali spostamenti in blocco tendono localmente a scompaginare gli elementi strutturali ed a influenzare il reticolo idrografico. Quest'ultimo risulta in alcuni tratti spanciato nel senso del movimento e caratterizzato da asimmetria delle scarpate d'erosione fluviotorrentizia. In sovrapposizione alle aree interessate dagli spostamenti in blocco talora s'impostano corpi detritici e movimenti franosi di scorrimento-colamento pi� superficiali.
Inoltre questo sottosettore � caratterizzato da fenomeni d'erosione principalmente concentrata, secondariamente diffusa.
Riguardo ai processi d'erosione concentrata, le acque superficiali subiscono un forte controllo strutturale del substrato intensamente sfagliato e fratturato. Infatti il reticolo spesso si sviluppa secondo tratti subrettilinei secondo direzioni preferenziali; inoltre le vallecole mostrano frequentemente incisioni a V. In particolare in corrispondenza di Fosso Calcinari e della testata del torrente Arzilla, si riscontrano tratti subrettilinei di reincisione attiva e quiescente.
Nei tratti impluviali maggiormente acclivi l'azione dell'erosione concentrata fa affiorare il substrato. Mentre nei segmenti a minore inclinazione si rilevano detriti talora sottili e discontinui. Taluni corpi d'accumulo risultano allineati secondo le direzioni preferenziali mostrate dal reticolo.
L'erosione diffusa in aree intensamente denudate, tende a far affiorare il substrato. Le acque dilavanti, disgregano sia le marne sia i calcari riducendoli in un detrito che viene rimosso facilmente dall'azione dell'acqua, dando luogo a depositi colluviali alla base delle pendici.
Le testate degli impluvi spesso sono arretramento attivo perch� interessate da scarpata poligeniche con intenso ruscellamento diffuso e/o concentrato e da frane di scorrimento.
Non sono presenti depositi alluvionali.
Riguardo gli elementi morfotettonici riscontrabili il reticolo d'insieme � fortemente angolato. In corrispondenza di Fosso Calcinari e della testata del Torrente Arzilla i tratti subrettilinei di reincisione sono interessati da gradini morfologici dell'alveo spesso allineati lungo le direzioni preferenziali (trasversali al reticolo) di scarpate poligeniche, selle, lineazioni. Inoltre si osservano dossi fluviotorrentizi.
Riguardo l'uso del suolo prevalgono i terreni a pascolo in quanto, sia per l'elevata pendenza dei versanti sia per l'azione di degradazione � impossibile l'impiego di mezzi agricoli per la coltivazione di seminativo o altri tipi di colture. Inoltre la fascia interessata dalla formazione del Bisciaro � prevalentemente ricoperta da bosco ceduo, e ci� contribuisce a rallentare l'azione delle acque meteoriche.
Sottosettore montano pelitico-arenaceo
La stratificazione ha direzione appenninica verticalizzata da faglie; ai margini l'immersione � nord est o sud ovest in relazione a pieghe e faglie secondarie. Peliti e arenarie sono presenti circa nella stessa percentuale, eccetto localit� dove prevale uno dei due litotipi.
L'energia di rilievo, pur essendo leggermente inferiore a quella degli altri due sottosettori montani, � complessivamente abbastanza elevata.
I processi pi� diffusi sono frane di scorrimento-colamento di limitata e media estensione.
Negli impluvi i fenomeni erosivi, presumibilmente impostatisi lungo lineazioni preferenziali, si sono evoluti per scalzamento al piede del versante in frane di scorrimento. I corpi d'accumulo di tali movimenti gravitativi si uniscono confluendo nella parte terminale in un colamento comune; in tal modo il torrente Arzilla riceve un notevole apporto detritico al attraverso la rete dei suoi tributari. In ogni impluvio si trovano varie corone di scorrimento prevalentemente rotazionale talora obliterate dall'erosione. Esse tendono a fondersi fra loro e ad avvicinarsi ai crinali per regressione verso monte dei fenomeni d'instabilit�. Infatti spesso a ridosso delle corone si rilevano aree in dissesto superficiale diffuso che rappresenta lo stadio precedente alla formazione del movimento franoso.
I profili di questi versanti risultano asimmetrici a causa soprattutto della diversa esposizione e del diverso assetto giaciturale dei due fianchi vallivi. Un esempio � la vallecola in localit� Simoncelli. Qui si ha il versante in destra idrografica in forte pendenza mentre quello in sinistra idrografica � meno ripido.
Le zone di distacco dei movimenti franosi sono frequentemente interessate da ruscellamento concentrato e diffuso. La zona d'accumulo talora risulta reincisa lungo le direzioni d'impluvio.
In particolare il Fosso Mainardi, che si sviluppa in direzione nord-sud con andamento subrettilineo allineato all'idrografia dei versanti attigui, mostra in vari tratti l'approfondimento dell'alveo per reincisione del substrato.
La valle del torrente Arzilla risulta molto incisa; in particolar modo in destra idrografica dove le scarpate d'erosione presentano un'elevata pendenza (oltre 40�). Quest'ultime sono generate dalla corrente di piena, che opera un'erosione di sponda.
I depositi alluvionali sono arealmente molto limitati. Nel torrente Arzilla e in Fosso del Gatto si ha una stretta fascia di alluvioni attive e di terrazzi olocenici perlopi� recenti e soggetti a esondazione di piena ordinaria.
Il piano d'esondazione, in questo tratto iniziale, ha larghezza di 50 m circa per poi allargarsi in prossimit� dell'affluenza col torrente del Fosso Combarbio e del Fosso del Gatto.
I Principali elementi morfotettonici riscontrati sono reticolo angolato, lineazioni, reincisioni subrettilinee e la sella in localit� M. Carbone con copertura detritica.
Riguardo l'uso del suolo in questa zona i terreni sono impiegati a varie colture quali seminativo a rotazione e vegetazione a basso fusto. Vaste aree sono ricoperte di vegetazione boschiva ad alto fusto. Vi sono vari centri abitati; i principali sono ubicati sulla linea spartiacque tra il bacino dell'Arzilla ed il bacino del Fiume Foglia (S. Angelo in Lizzola, Monteciccardo).
Sottosettore montano arenaceo
La principale struttura � rappresentata dall'anticlinale appenninica Montecchio-Mombaroccio interessata dall'affioramento di una stretta fascia di Schlier in contatto tettonico con le Formazioni Messiniane post-evaporitiche in facies arenacea. Sul fianco sud ovest dell'anticlinale Montecchio - M.Maggiore la stratificazione ha: direzione appenninica, immersione a sud ovest con alti valori d'inclinazione; in prossimit� di Fosso del Gatto si verificano inversioni d'immersione. In corrispondenza del contatto tettonico, la stratificazione si verticalizza e le arenarie sono molto cementate.
Sul fianco nord est della stessa anticlinale la stratificazione ha direzione appenninica, immersione a nord est con alti valori d'inclinazione.
Nei versanti l'elemento morfologico predominante � caratterizzato da vallecole detritiche a fondo piatto. Le vallecole sono delimitate da scarpate poligeniche subrettilinee.
Analogamente all'idrografia e alle strutture, le direzioni dominanti delle vallecole sono: nord - sud e nord est - sud ovest sul fianco sud - ovest dell'anticlinale, est - ovest e nord est - sud ovest sul fianco nord est della stessa.
Nel versante in localit� Zampa (in destra idraulico di F.sso del Gatto) si denotano elementi morfologici riconducibili ad area interessate da presunti spostamenti in blocco.
I processi d'erosione delle acque superficiali si riscontrano: nelle scarpate poligeniche, spesso interessate da ruscellamento concentrato e nel F.sso del Carnocchio il quale mostra reincisioni.
Gli elementi morfotettonici osservabili: reticolo angolato, lineazioni, reincisioni, gradini morfologici, dossi e selle negli spartiacque principali.
Riguardo i depositi olocenici: il livello 1 � arealmente limitato, il livello 2 � presente in lembi discontinui. Si rilevano fasce d'esondazione ordinaria (larghe fino a 200 m.) e straordinaria.
Per l'uso del suolo in questa zona i terreni si riscontra una situazione simile a quella del precedente settore.
Settore mediano pelitico
La principale struttura � rappresentata dalla una larga sinclinale appenninica Tomba di Pesaro-Cerasa, dove affiorano le Argille Plioceniche.
Questo � il settore con: minore energia di rilievo, maggior estensione e organizzazione delle vallecole, maggior diffusione ed estensione delle frane di scorrimento-colamento.
Ogni vallecoIa mostra un insieme di movimenti franosi che si sovvrappongono e s'intersecano. Spesso i movimenti pi� recenti s'impostano su vecchie frane; quindi un accumulo gravitativo � in realt� il risultato di vari movimenti.
Le parti terminali dei corpi franosi sono rimaneggiate da acque superficiali e ridepositate come detrito d'impluvio.
In localit� Baldassarri si rileva una paleofrana di scorrimento rimodellata da processi di denudazione; probabilmente essa ha spinto a nord il Torrente Arzilla schiacciando i suoi meandri; infatti in destra idraulica, le zona di massima curvatura dei meandri appaiono rettilinee ed allineate fra loro. Un condizionamento strutturale che escluderebbe tale ipotesi. La parte inferiore dell'accumulo di frana risulta successivamente rierosa dal torrente Arzilla.
I processi d'erosione delle acque superficiali pi� rilevanti in tale settore si osservano nel torrente Arzilla dove l'erosione laterale scalza il piede delle sponde causando piccole frane che influiscono sulla dinamica e stato dell'alveo.
Tale settore � caratterizzato una discreta continuit� ed estensione dei depositi alluvionali. Infatti s'individuano nel Torrente Arzilla e nei tributari maggiori, alluvioni attive e terrazzate dell'Olocene recente e antico.
Molto diffuse sono anche le conoidi torrentizie. Esse sono depositate lateralmente dai tributari del torrente Arzilla: Rio, Rio Piandara, Rio Maiani. La conoide di Rio Piandara risulta attiva mentre quelle di Rio e di Rio Maiani sono dissecate. Quest'ultima � asimmetrica poich� la valle in cui passa il fosso � asimmetrica: il versante di destra � infatti pi� ripido di quello di sinistra. Anche i tributari dei Fossi Bevano e Malatesta hanno depositato in modo considerevole, conoidi perlopi� dissecate e talora parzialmente sovrapposte come risultato del consistente rimaneggiamento di corpi detritici e frane. In tali conoidi torrentizie si trovano ciottoli di natura alluvionale che per� non sono perfettamente arrotondati ma hanno piuttosto una conformazione sferico lamellare a spigoli sfacettati. Questo � indice della minore elaborazione fluviale dei depositi tipici della conoide alluvionale.
E' presente inoltre un cono di detrito in prossimit� di villa Betti che da una stretta valle laterale si apre verso la piana alluvionale dell'Arzilla. Un tempo esso si estendeva fino al letto del Torrente (forse ha determinato la formazione del meandro sottostante), poi l'erosione del torrente lo ha fatto arretrare producendo infatti una scarpata sottostante il cono.
Riguardo agli elementi morfotettonici, si osserva che nonostante il pattern idrografico d'insieme sia subdentritico si riscontra ancora un certo controllo strutturale sul reticolo. Mentre il torrente Arzilla presenta una andamento meandri alternato a tratti rettilinei.
Riguardo l'uso del suolo questa zona risulta, per la quasi totalit�, coltivata a seminativo ed a varie colture agricole. Il paesaggio � caratterizzato da interi versanti a monocoltura solo sporadicamente interrotta da vigneti. La vegetazione spontanea � stata lasciata quasi esclusivamente lungo i corsi. In queste zone sono numerosi gli invasi artificiali, di piccole e medie dimensioni alimentati generalmente dalle acque meteoriche a causa della bassissima permeabilit� di questi terreni. Gli invasi artificiali sono utilizzati per irrigare i campi coltivati nel periodo estivo.
Sottosettore inferiore arenaceo
La principale struttura � rappresentata dall'anticlinale appenninica Monte Ballante-Cuccurano in cui affiorano le Formazione a Colombacci e dello Schlier. Si osserva media energia di rilievo.
In relazione a tale situazione, i versanti sono prevalentemente interessati da vallecole mediamente organizzate. Esse hanno fondo piatto per la presenza di depositi detritici spesso reincisi dall'impluvio. Queste vallecole presentano in modo meno accentuato gli orientamenti preferenziali gi� visti nel settore montano.
I processi gravitativi sono poco diffusi tuttavia a nord di Carignano sul versante in destra idraulica dell'Arzilla si verifica un'intensificazione dei movimenti franosi di scorrimento.
I processi delle acque superficiali sono rappresentati dall'erosione laterale dell'Arzilla e dalla reincisione dei detriti nelle vallecole.
Anche tale settore � caratterizzato una discreta continuit� ed estensione dei depositi alluvionali. Infatti s'individuano nel torrente Arzilla e nei tributari maggiori, alluvioni attive e terrazzate dell'Olocene recente e antico.
Rispetto al settore precedente le conoidi torrentizie, specie quelle relative alle confluenze nei princiali tributari dell'Arzilla, sono molto meno estese e diffuse. Questa situazione � indicativa di una minore alimentazione detritica da parte dei sottobacini.
Le conoidi di maggior entit� depositate lateralmente dai tributari del T. Arzilla, sono quelle di Rio Fossatone e di Fosso Fenatacci. Ambedue sono dissecate e profondamente reincise.
Riguardo agli elementi morfotettonici l'idrografia dei tributari avendo un pattern subdentritico-angolato rivela un certo condizionamento delle strutture sul reticolo. Inoltre s'individuano direzioni preferenziali del reticolo idrografico, selle, lineazioni. Il torrente Arzilla presenta un'andamento a meandri alternato a tratti rettilinei.
Sottosettore inferiore sabbioso arenaceo
La principale struttura � rappresentata dalla sinclinale appenninica Fabbrecce-Rosciano dove affiorano le Sabbie plioceniche. L'energia di rilievo � medio bassa.
Gli elementi morfologici predominanti nei versanti sono rappresentati da: vallecole detritiche a fondo piatto talora reincise, depositi alluvionali e conoidi molto estese in funzione alla maggior erodibilit� del litotipo in esame. Mentre i movimenti franosi hanno limitatissima diffusione ed estensione.
In relazione alla maggior erodibilit� del litotipo, si riscontrano, rispetto al settore precedente, conoidi pi� sviluppate e versanti con vallecole pi� estese e pi� organizzate.
In particolare si rileva il complesso di conoidi depositate da Fosso di Villanova tributario del torrente Arzilla. La parte inferiore di tali conoidi torrentizie dissecate � stata rimodellata dall'erosione del torrente Arzilla il quale risulta precedentemente spinto verso sud dalla deposizione delle stesse.
Tale settore � caratterizzato dalla massima estensione dei depositi alluvionali olocenici.
I processi d'erosione delle acque superficiali consistono in: ruscellamento diffuso e concentrato, erosione laterale dell'Arzilla, reincisione dei detriti nelle vallecole.
Riguardo agli elementi morfotettonici si osserva che l'idrografia rivela un condizionamento delle strutture sul reticolo che ha un pattern subdentritico-angolato. Il reticolo idrografico presenta in modo meno accentuato gli orientamenti preferenziali gi� visti nei settori percedenti; inoltre sono presenti selle e lineazioni. Il torrente Arzilla assume andamento meandrante disomogeneo.
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