Chiesa del Gonfalone a Saltara
La chiesa del Gonfalone di Saltara è stata riaperta al pubblico il 22 marzo 2014.
In occasione dell’inaugurazione è stato prodotto anche un volume dal titolo “Il Giudizio ritrovato e la chiesa ‘salvata’ del Gonfalone a Saltara” curato da Dante Piermattei e consegnato a tutti gli intervenuti.
Acquistata in stato di imminente collasso totale dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano nel 2009, la chiesa della Confraternita del Crocifisso e del Gonfalone di Saltara è stata messa subito in sicurezza per procedere, attraverso un paziente restauro terminato nel 2013, al suo pieno recupero funzionale.
Ora la Fondazione, nei cui compiti istituzionali rientra anche quello della salvaguardia dei beni culturali del territorio, restituisce alla comunità saltarese questa splendida testimonianza di fede, spiritualità e operosità, affinché sia gestita dal Comune e dalla Parrocchia per finalità artistiche e culturali tuttavia rispettose del carattere sacro del monumento.
Nelle premesse del volume, il Vescovo Trasarti ha salutato l’evento con queste parole: “Perduto ormai da decenni il ruolo che le competeva, la sua dignità di ‘luogo di preghiera’ e di ‘testimonianza storica’, il tempio torna ad essere motivo di orgoglio per una meravigliosa comunità del nostro entroterra, splendido di tanti e tanti valori”. Mentre Maria Rosaria Valazzi, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche ha scritto tra altre considerazioni: “La Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, nell’attività dedicata alla salvaguardia del patrimonio culturale, nella quale si manifesta non soltanto l’impegno istituzionale ma un vero e proprio impegno etico, ha provveduto celermente a mettere in sicurezza campanile e tetto. L’azione di recupero è stata accompagnata da fortunate congiunture, che hanno condotto a un’ “avventura” della conoscenza assai stimolante. Al di sotto della tinteggiatura uniforme è stato rinvenuto, ad occupare pressoché l’intera superficie della parete di fondo, un grande affresco – colorato, movimentato, di gusto popolaresco, ma con citazioni di raffinata complessità – con il Giudizio universale. Ritorna inoltre, dopo molti anni, la preziosissima tela che ornava l’altare maggiore: preziosissima per la sua assoluta fragilità, dovuta alla tecnica esecutiva e per la straordinaria qualità pittorica.
Il recupero ‘fisico’ del manufatto si accompagna al suo pieno inserimento nella vita culturale e sociale di Saltara. Grazie quindi a coloro che hanno lavorato affinché questo miracolo – perché di vero miracolo si tratta – si realizzasse”.
“Il Giudizio ritrovato e la chiesa ‘salvata’ del Gonfalone a Saltara”
«Semplice, proporzionata è l’architettura e il disegno della chiesa e della facciata con due snelli e gai altari di fianco a colonne dorate…».
Così Alessandro Billi descriveva la chiesa della Confraternita del Gonfalone nel 1866. Nel recente libro di Dante Piermattei sulla storia e ripristino dell’edificio, si constata come anticamente il sodalizio titolare fosse citato come “del Crocifisso” e così pure la chiesa o “oratorio” in cui operava la “Schola”, a cui erano collegati, un ospedale un Monte frumentario, istituzione fondamentale in un’area agricola che garantiva ai contadini bisognosi la provvista di sementi.
Poche le informazioni ora disponibili prima e durante il XVI secolo, mentre più documentate appaiono le vicende del tempio, comunque già esistente almeno dal ‘300, a cominciare dall’iscrizione scolpita sul portale “Anno Domini 1649” riferita all’intervento edilizio sulla facciata, e a quando, nel 1654, si parla della costruzione dell’altare di Sant’Antonio che nel 1762, assieme a quello della Concezione, viene spostato più all’esterno in modo di far assumere loro la dignità di cappelle.
Ma è nel 1764 che l’interno della chiesa assume la fisionomia di struttura tardo barocca, con sobria adesione alle vezzosità del rococò, realizzata soprattutto con impiego della tecnica dello stucco, come oggi la si ammira. Ancora in gesso è lo scenografico soffitto a cassettoni, con decorazione dipinta a motivi di finto marmo e racemi vegetali.
Alla data del 1788 è appuntata invece la notizia della costruzione del nuovo campanile all’esterno della sacrestia.
Il tempio del Gonfalone, nella sua ripristinata armonia, costituisce un esempio di quanto si bello si possa fare, pur con una dotazione limitata di risorse, ma con raffinato gusto, in un ambiente periferico.
Appena un accenno all’autentica sorpresa presentatasi in fase di restauro, nascosta sotto uno strato di ridipinture e interventi alterativi per l’apertura di finestroni e costruzione di una cantoria nella retrofacciata della chiesa. Qui è tornato alla luce, pur con gravi ferite inferte da tali lavori, un esteso affresco, fine 1400 – inizi ‘500, raffigurante il Giudizio Universale, attribuito a Stefano Folchetti da San Ginesio. Una rappresentazione corale vivamente interpolata tra celesti rapimenti e sulfurei vapori, di grande impatto, fondamentale testimonianza sopravvissuta di storia dell’arte davvero insolita da riscontrare nel territorio della nostra provincia.
Dante Piermattei (marzo 2014)