Quadreria
Le origini della Quadreria della Fondazione sono relativamente recenti. Fu, infatti, nel 1969 che la Cassa di Risparmio di Fano poté acquisire la proprietà dello splendido “Sposalizio della Vergine ” del Guercino, già appartenuto alla famiglia Mariotti che lo commissionò al celebre pittore emiliano nel 1649 per il proprio altare all’interno della basilica di S. Paterniano.
L’artistico dipinto ha costituito il primo e più importante ‘pezzo’ della futura raccolta, accresciuta nel 1984 dall’interessante tavola della “Madonna col Bambino”, attribuita a Giovanni Santi (intorno al 1485)—ambedue le opere hanno recentemente trovato collocazione all’interno della Pinacoteca San Domenico.
Una raccolta concepita fin dall’inizio a documentazione dell’attività dei maggiori artisti (marchigiani e non) che ebbero ad operare per Fano e quindi incrementata nel tempo con l’acquisto di opere del pesarese Simone Cantarini e del fossombronese Giovanni Francesco Guerrieri: artisti che a Fano hanno lasciato nel corso del Seicento opere di notevole pregio in più di una chiesa e in raccolte pubbliche e private. Del primo sono venute così a costituire il nucleo base della quadreria la bella “Madonna della rosa”, acquistata sul mercato antiquario nel 1982, la suggestiva tela raffigurante “Agar e Ismaele” e l’interessante “Madonna con il Bambino e i Santi Tommaso e Girolamo”, acquistate entrambe nel 1984, copia in formato ridotto la seconda della nota Pala Olivieri di Guido Reni (tutte ora esposte presso la Pinacoteca San Domenico).
Del secondo artista, è stata un’occasione decisamente fortunata quella che nel 1993 ha reso possibile l’acquisto della preziosa “Maddalena penitente”, firmata e datata 1611, già nella collezione Cappellani-Pace di Fossombrone e finita poi sul mercato antiquario romano: acquisto cui ha fatto seguito poco dopo quello dell’ottima replica della splendida “Visione di S.Carlo Borromeo”, dipinta quest’ultima dal Guerrieri per la cappella Petrucci in S.Pietro in Valle (anch’esse presso la Pinacoteca San Domenico).
Nel frattempo (1983) una circostanza fortunatissima ha consentito alla Cassa di Risparmio anche l’acquisto, presso una collezione privata, di un’eccezionale serie di cinque ‘nature morte’ di Carlo Magini: ciò che ha suggerito di indirizzare gli acquisti futuri anche verso la produzione pittorica dei maggiori pittori fanesi e marchigiani del Settecento.
Mentre la raccolta delle nature morte maginiane ha potuto arricchirsi fra il 1984 e il 1991 di altri cinque preziosi esemplari, dello stesso pittore sono stati così anche acquistati ben sette ritratti, compresi quelli decisamente pregevoli dell’abate Antonio Modesto Gasparoli, del conte Giovan Gastone Marcolini e della contessa Silvia Coccapani Marcolini, oltre ad un bel “Ritratto di nobildonna” attribuito a Sebastiano Ceccarini, il fecondo pittore fanese zio e maestro del Magini, unitamente alla tela con la “Madonna del Rosario”, pure attribuita allo stesso e già presso la cappella di Villa Rinalducci a Rosciano.
Dopo l’istituzione della Fondazione (1993) la quadreria si è ulteriormente arricchita di quattro importanti opere pittoriche, cominciando dall’artistica grande tela (cm 296 x 193) del “Miracolo dei pani e dei pesci”, dipinta dal Guerrieri per la scomparsa chiesa fanese dei Santi Filippo e Giacomo. Il dipinto, requisito in epoca napoleonica e finito in una chiesa lombarda, era stato successivamente venduto, facendo perdere le proprie tracce per oltre un secolo. È attualmente esposto nella Pinacoteca San Domenico.
Oggi, per indiscutibile merito della Fondazione, l’opera è tornata a far parte del patrimonio storico e artistico fanese, insieme con un’altra tela originale del Guerrieri, la pregevole “Cleopatra”, ultimo acquisto della Fondazione in ordine di tempo (1998): un dipinto di cui era finora nota solo la replica esposta presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e già nella raccolta dello scrittore Paolo Volponi. Da New York, con la collaborazione del conterraneo Philip Diotallevi Vicepresidente della famosa Casa d’Arte ‘Wildenstein’, è intanto entrato a far parte della Quadreria (1997) anche quell’autentico capolavoro di raffinata eleganza settecentesca che è il bellissimo “Ritratto di uomo e di donna ovvero Allegoria di Vertumno e Pomona” attribuito a Sebastiano Ceccarini, mentre tramite il mercato antiquario di Londra è stato reperito il pregevole “S.Giovanni da Capistrano” del cagliese Gaetano Lapis, altro importante pittore marchigiano, lungamente attivo come il Ceccarini non solo in ambito locale, ma anche a Roma e in altri centri maggiori e minori di quello che fu lo Stato della Chiesa (quest’ultimo attualmente ospitato nella Pinacoteca San Domenico).