PARTE I - CAPITOLO I
LA SERIE DEI TERRENI
10. Albiano
Col calcare rupestre ( o forse meglio con la parte media di esso) cessano nella nostra regione le variazioni laterali di facies, talora così profonde e complesse, che se non sovvenissero i fossili, impedirebbero non di rado una sincronizzazione sicura dei vari tipi litologici. Con l'Albiano assistiamo alla comparsa di formazioni che hanno una enorme distribuzione e costanza orizzontale per tutte le Marche a S del Metauro; questa assenza o quasi di variazioni laterali perdurerà fino al Miocene inferiore.
Sopra il calcare rupestre segue la formazione delle marne a Fucoidi, costituita da un'alternanza talora fitta di marne e marne argillose fogliettate e strati calcareo-marnosi varicolori. Le colorazioni dominanti sono verdastre, grigio verdastre, rossicce, rosso fegato e violacee. Frequentissime sono le Fucoidi di forme e dimensioni svariate. Numerosi sono gli orizzonti bituminosi entro le marne, normalmente però con pochi centimetri di spessore (do rado con 15 - 20 cm) e generalmente scarso contenuto in bitume. Le marne e le marne argillose prevalgono in senso assoluto, subordinati sono gli strati calcarei che si fanno più frequenti al letto e al tetto della formazione e che si presentano di solito biancastri o bianco-giallastri. graduale, pur essendo rapido è il passaggio al rupestre sottostante, più brusco invece quello superiore con la scaglia bianca.
Nei dettagli la formazione presenta una certa variabilità, data se non altro dai colori vari delle rocce; conserva però dei caratteri d'insieme che la rendono facilmente riconoscibile e ben distinta da tutte le altre. Le marne rosse stanno generalmente nella porzione inferiore, quelle verdastre in quella superiore (così alla Casciaia di Piobbico, al M. Moria ecc.); talora entro queste ultime si intercalano nuove marne rossicce (Sassorotto); in certi casi invece le marne verdi sono sottostanti alle rosse (Cimaio). Ad ogni modo si tratta sempre di variazioni di limitato interesse.
Data la loro facile erodibilità le marne a Fucoidi hanno permesso l'instaurarsi di valli strette (valle del Biscuvio fra Sassarotto e Palirosa, valle del Ciordano, valle del Piano nel versante SW del Petrano, ecc.), di caratteristiche insellature nei contrafforti montani, con la determinazione di cime isolate (M. Carda, Rocca Bianca, M. Carpineto, M. Frontino, M. Moria, M. Roccaccia, Serra Ventosa, Poggio le Guaine, il Cimaio, ecc.) e di pendici franose (Via Strata, Sassorotto, ecc.). Cioè la morfologia è stata notevolmente influenzata dall'affiorare di queste marne.
Per la notevole impermeabilità esse costituiscono un importante orizzonte sorgentifero. Generalmente si tratta di sorgenti di sbarramento o di strato che sgorgano nella parte più elevata o sui fianchi dei gruppi del M. Nerone, Petrano e Catria.
Sotto le spinte tettoniche le marne a Fucoidi sono state di frequente pieghettate, ridotte di spessore o strizzate fino a sparire. Ciò spiega la loro saltuaria assenza (dintorni di Acquanera) o lo spessore talora ridotto a pochi metri.
Lo spessore massimo osservato si aggira sui 40 - 50 m (Rossara, dintorni di Pianello, Montagnola ecc.); ma talora diminuisce notevolmente, così lungo il Biscuvio fra Palirosa e Piobbico è solo di 16 m Le marne a Fucoidi affiorano largamente nella nostra regione; Esse cingono con una fascia continua la catena Catria - Nerone costituendo talora anche cime isolate. Le ritroviamo ad Acqualagna, al Furlo e presso Fossombrone.
Per quello che mi è noto, non sono stati trovati in questa formazione fossili macroscopici utili per una datazione. Ricche sono invece le microfaune, che, quando sia possibile il trattamento della roccia, offrono foraminiferi isolati e ben conservati. Anche se il loro studio non è stato ancora completato si può affermare con sicurezza che queste marne rappresentano tutto l'Albiano e, non si può escludere, forse anche parte dell'Aptiano (1). Il limite Albiano - Cenomaniano corrisponde quindi con buona approssimazione al contatto marne e Fucoidi - scaglia bianca.