PARTE VI
IDROLOGIA SUPERFICIALE E SOTTERRANEA
CAPITOLO IV
ACQUE MINERALI
5. Conclusioni pratiche
Per quanto in Italia le acque minerali già sfruttate siano molto numerose, varie e, nella regione appenninica, con caratteri del tutto simili a quelli visti poc'anzi, non è tuttavia improbabile che in avvenire possano sorgere nel bacino del Metauro altre iniziative, oltre quelle di Valzangona e Carignano, per l'utilizzazione delle acque minerali. Non è perciò inutile dare brevi indicazioni al riguardo.
Anzitutto è evidente che solo l'analisi chimica completa potrà orientare verso i tipi più interessanti.
Per le acque salse, data la loro particolare giacitura di acque fossili, il problema della ricerca e sfruttamento, si presenta più facile e con migliori prospettive. Infatti la perforazione di pozzi convenientemente ubicati, dopo un accurato studio geologico di dettaglio, potrà permettere la captazione di acque con portate più abbondanti e concentrazioni più elevate di quelle che fluiscono naturalmente. La morfologia collinare consente anche carichi sufficienti per la condotta a distanza delle acque. Inoltre lo sfruttamento mediante pozzi evita gli eventuali inquinamenti con acque superficiali.
Per le acque sulfuree e ferruginose ci si dovrà limitare, data la loro origine, alla captazione delle polle naturali con tutti gli accorgimenti normalmente usati in simili casi.
Si può fin d'ora dire che la varietà e il gran numero delle acque minerali metaurensi meritano attenzione maggiore, di quanto è avvenuto finora e un'accurata ricerca chimica e fisica.